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Liliana Moro / Piero Gilardi /Emilio Fantin

Artisti Master:
Liliana Moro, Spazio autogestito Lazzaro Palazzi e rivista Tiracorrendo
Piero Gilardi, Teatro politico e PAV/ Parco Arte Vivente
Emilio Fantin, Progetto Oreste


Partecipano utenti che rappresentano una sintetica mappatura nazionale degli spazi autogestiti da artisti e/o collettivi di artisti:

Diogene Bivacco Urbano, Torino
Gum Studio, Torino
DNA Projectbox, Venezia
Lucie Fontaine, Milano
Bocs box of contemporary space, Catania
Gruppo Radici, Accademia Albertina di Belle Arti Torino

Per l'anno 2012 abbiamo pensato di organizzare organicamente i vari contributi e i diversi incontri previsti, analizzando un aspetto essenziale in molte biografie d'artista, specie nella contemporaneità: la collaborazione creativa. Tale pratica, comune in molta arte relazionale, ha spesso prodotto esempi di delocalizzazione e ibridazione, generando svariati esempi di collettivi creativi, gruppi o interazioni con il sociale che hanno profondamente modificato e innovato il territorio delle arti.
La mappatura di un tale fenomeno è complessa ed evanescente, ma proprio per questo motivo abbiamo pensato di dedicarvi alcuni incontri e workshops che ne adombrano alcuni aspetti rilevanti. Di conseguenza, e proprio per le differenti caratteristiche di ciascun esperimento, abbiamo organizzato attorno ad un workshop dai tratti consueti alla nostra mission, una serie di comunicazioni piu brevi, in forma di seminario. L'intento è di fornire un display articolato di modalità, soffermandoci su quelle più direttamente operative, integrandole con squarci memoriali e case history.

Fulcro dell'intero anno sarà il workshop di Tim Rollins & Kos, organizzato tra il 22 ottobre ed il 4 novembre 2012 secondo le modalità consuete (lunga durata, eventuale interazione progettuale etc.). La storia di Kos, ma soprattutto la sua pratica permette anche un approccio altamente sperimentale e di reale collaborazione creativa con soggetti "altri" dall'ambito artistico professionale, valendo da esempio eminente dell'uso "sociale" delle arti.

Apertura consimile, ma più settoriale è la storia di Lazzaro Palazzi, spazio autogestito di artisti e per alcuni anni vero e proprio punto di riferimento per una organizzazione orizzontale della creatività. Ne parlerà Liliana Moro, tra i fondatori del gruppo, proponendo una memoria storica dello spazio e dei suoi fondamenti teorici. Stesso impianto, sintetico e memorialistico, animerà la comunicazione di Emilio Fantin, fondatore di Oreste. Stessi tempi, pur nell'ampiezza temporale che la caratterizza, avrà la comunicazione di Piero Gilardi, dai tempi del teatro politico fino alla nascita del PAV.

Come si può vedere, sono soltanto alcune delle molte sfumature che ha assunto il detournement dalla consueta pratica artistica, e sono in corso di organizzazione anche altri incontri e piccole conferenze, che ci permetteranno nel tempo una mappatura sempre più dettagliata del fenomeno. Quanto ai possibili "utenti" di tali comunicazioni e workshops, riteniamo sia interessante un'apertura a soggetti coerenti, quali i gruppi di artisti, i collettivi, i progetti collaborativi, accanto ad artisti con spiccate vocazioni similari e operatori di nuovi e rilevanti esperimenti sociali analoghi.

Liliana Moro
Nata nel 1961 a Milano, dove vive e lavora. E' tra i fondatori dello spazio di via Lazzaro Palazzi a Milano e tra i redattori della rivista Tiracorrendo. Ha esposto in numerose sedi e manifestazioni di grande rilevanza, da Documenta di Kassel (1992) alla Biennale di Venezia (Aperto, 1993), all'Institute for Contemporary Arts di Londra (Made in Italy, 1997). Le sue opere sono presenti nelle più importanti collezioni: Castello di Rivoli, Museo Pecci di Prato, Fonds National pour l'Arte Contemporain di Parigi.
Uno degli elementi che ha un posto di rilievo nella ricerca di Liliana Moro è la dimensione politica, che non si traduce in illustrazione di contenuti, ma riguarda la modalità di relazione con i destinatari, per esempio dispone spesso a terra il proprio lavoro con l’intento di chiedere implicitamente a chi guarda di abbassarsi per vedere.

Intervista a Liliana Moro
G. C. Nel 1989, insieme ad altri giovani artisti residenti a Milano hai dato vita allo spazio espositivo di Via Lazzaro Palazzi e alla rivista "Tiracorrendo", le cui pagine ospitavano vivaci dibattiti …

L. M. Eravamo 9 artisti quando abbiamo deciso nel 1989 di aprire questo spazio che era una galleria a tutti gli effetti. Non è mai stato pensato come uno spazio alternativo, non abbiamo mai voluto lavorare agli estremi del sistema, semmai abbiamo voluto lavorarci dall'interno. Una parte degli artisti di Via Palazzi lo stesso anno ha fondato “Tiracorrendo”, una piccola rivista autofinanziata che veniva spedita in tutta Italia. All'inizio non facevo parte della redazione, più avanti ho cominciato a fare alcune apparizioni. Era una rivista importante in quanto era scritta da artisti: potevi trovare il loro pensiero e le recensioni sulle mostre viste. Gli artisti esterni erano invitati a partecipare sia con degli interventi sulla rivista che realizzando esposizioni in galleria. Avevamo quindi un'attività frenetica, abbiamo realizzato una mostra al mese per quattro anni, dal 1989 fino al 1993, anno di chiusura. Sono stati anni molto belli e molto importanti.
(Da ART IN THEORY, Conversazione nello studio di Liliana Moro. Di Giorgia Calò. Milano, 31 gennaio 2007, ore 11.00)


Emilio Fantin
Emilio Fantin (Bassano del Grappa, 22 maggio 1954) è un artista italiano. Nel 1991 attua i primi esperimenti di eventi artistici in cui esplora e valorizza le relazioni reciproche tra arte e pubblico, pubblico e artista , artista e artista e in generale tra i componenti del sistema dell'arte.
Ha dato vita a diversi eventi e performances realizzando anche alcuni video, ha collaborato e condiviso progetti con molti personaggi del panorama artistico italiano.
Nel 1994 a Bologna condivide uno studio insieme ad altri artisti (Francesco Berardi, Gianni Godsan, Eva Marisaldi),’L’atelier senza pennelli – La Casa Mentale’, intorno a cui gravitavano anche giovani artisti bolognesi.
Nel 2003 ha partecipato alla mostra Arte Pubblica in Italia: lo spazio delle rivelazioni curata da Anna Detheridge presso Cittadellarte_Fondazione Pistoletto a Biella.

Nei primi anni del 2000 Fantin crea spazi e situazioni in cui invita a condividere l'area non geografica del sonno e del sogno nel lavoro “Asrtale”, un'area in cui si generano dinamiche d'incontro e di scambio intense, ignorate o trascurate da scienze e saperi tipicamente diurni.
In seguito l’artista ha organizzato workshop dedicati al rapporto tra arte e natura, ideando percorsi e realizzando opere utili alla rivalorizzazione di aree verdi, per riaffermare il legame tra l’uomo e i luoghi naturali. Ne sono un esempio le opere collettive e i progetti realizzati nell’ambito di "Percorsi Arte e Natura": nel 2010 ha progettato il Pollaio Smeraldi nel parco di Villa Smeraldi a Bologna e nel 2011 sempre nello stesso parco l’artista ha diretto la creazione di una serie di attività volte alla fabbricazione di opere di valore estetico e di servizi, realizzati artigianalmente, per migliorare il parco, in particolare l’area riservata ai più piccoli.


Piero Gilardi
Nato a Torino nel 1942, ha esordito negli anni '60 con i suoi “tappeti-natura” che lo portarono alla ribalta della scena internazionale. E’ stato tra i fondatori dell'Arte Povera di cui ha poi sperimentato l'assunto fondamentale (il rapporto tra arte e vita) con una decennale attività nella dimensione della creatività collettiva, dagli atelier psichiatrici al teatro politico e antropologico.
Dal 1968 e per tutti gli anni settanta alla sua attività artistica si affianca la militanza politica in formazioni della cosiddetta Nuova Sinistra, abbracciando i movimenti artistici della creatività collettiva e spontanea, e operando in vari ambiti sociali, dove offre il suo contributo nell'animazione culturale di base. Nel 1969, comincia una lunga esperienza transculturale diretta all'analisi teorica e alla pratica della congiunzione "Arte Vita". Come militante politico e animatore della cultura giovanile conduce svariate esperienze di creatività collettiva nelle periferie urbane e "mondiali": Nicaragua, Riserve Indiane negli USA e Africa.
Dal 2008 apre il PAV -Centro sperimentale d’arte contemporanea- a Torino, concepito dall’artista e sviluppato con l’architetto paesaggista Gianluca Cosmacini, che è molte cose insieme: uno spazio pubblico in una città in trasformazione, un sito espositivo all’aria aperta, un museo interattivo, luogo d’incontro e di esperienze in laboratorio, centro di ricerca attento al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia, tra pubblico e artisti. Il PAV comprende l’installazione interattiva Bioma.
Per il ciclo Fuoriluogo 2008 Piero Gilardi è stato invitato da Connecting Cultures a presentare il progetto PAV: il Parco d’Arte Vivente nasce a Torino, in un’area industriale dismessa dove fino agli anni Novanta ferveva la produzione dell’industria metalmeccanica.
Il territorio del parco durante questa ultima trasformazione è rimasto abbandonato a se stesso, un terrain vague, un luogo sospeso nel tempo dove presto, si diceva nel quartiere, si sarebbe realizzata un’area verde attrezzata. In questo terreno in transito, a suo modo selvaggio, utilizzato come discarica di macerie edilizie, questo ‘Terzo Paesaggio’ – nella definizione di Gilles Clément – diviene uno spazio transitorio dotato di una vitalità propria. Uno spazio in tensione verso un’inedita trasformazione che è divenuta oggetto di trattative tra una pluralità di attori finalizzate alla realizzazione del Parco d’Arte in sostituzione del previsto parco attrezzato.

Liliana Moro / Piero Gilardi /Emilio Fantin

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